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κεχαριτωμένη (kecharitōmenē) piena di grazia o farsi graziosa?

Indagine di Frater SRH in merito all'inizio del'Ave Maria

Luca 1:28 versetto in greco tratto dalla Nestle-Aland 28° edizione:
28 καὶ εἰσελθὼν πρὸς αὐτὴν εἶπεν· χαῖρε, κεχαριτωμένη, ὁ κύριος μετὰ σοῦ.

Luca 1:28 versetto in italiano tratto dall'edizione CEI 2008:
28 Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

Luca 1:28 versetto in italiano tratto dall'edizione TILC (Traduzione in Lingua Corrente):
28 L'angelo entrò in casa e le disse: - Ti saluto, Maria! Il Signore è con te: egli ti ha colmata di grazia.


Una partenza a "bomba", cioè senza preamboli particolari, per un versetto "bomba": quello dell'annunciazione dell'angelo a Maria. Come sempre cerchiamo di contestualizzare i versetti sotto la nostra lente di ingrandimento. Siamo all'inizio del cosiddetto vangelo secondo Luca, per la precisione quando il famoso angelo Gabriele giunge a dare la famosa notizia a Maria, che sarà la futura madre di Gesù senza che lei abbia "conosciuto" uomo (Luca 1:34). Molto probabilmente non c'è motivo di spiegare cosa intendesse Maria con quel "non conosco uomo", ma per chi avesse dei dubbi, quel modo di dire significa non avere avuto rapporti sessuali. Quindi Maria sostiene, così, di non essere andata a letto con nessun uomo, consapevole (Maria) che era atto necessario per poter procreare. Ma a noi non interessa cosa sapeva Maria, a noi interessa capire un'altra cosa, cosa intendesse trasmettere, chi ha scritto il vangelo secondo Luca, con l'utilizzo del verbo greco χαριτόω (charitoó). Come sempre e come avete già potuto notare, l'articolo si affida a quella che è la fonte prima, oggi, utilizzata da tutte le traduzioni in lingua volgare dei vangeli: il testo greco curato dall'edizione Nestle-Alnad, giunta alla sua 28° edizione. In aggiunta, si è voluto anche inserire i due modi di tradurre il versetto da parte della CEI. Infatti la Conferenza Episcopale Italiana, oltre ad avere sovrainteso alla traduzione dell'edizione CEI 2008, ha anche "benedetto" la traduzione TILC, che trovate sopra. Tuttavia, prima di proseguire nella comprensione del verbo χαριτόω (charitoó), dobbiamo capire chi si è presentato a Maria. Il vangelo secondo Luca dice che si chiama Gabriele (in greco Γαβριὴλ - Gabriēl), che è la concordanza 1403 del nuovo testamento, che ricorre solo due volte in Luca 1:19 e in Luca 1:26. Lo tesso termine lo si può trovare nella LXX, cioè la versione greca del vecchio testamento e che qui si riporta:


Daniele 9:21 versetto in greco tratto dalla LXX:
21 καὶ ἔτι λαλοῦντός μου ἐν τῇ προσευχῇ μου, καὶ ἰδοὺ ὁ ἀνὴρ ὃν εἶδον ἐν τῷ ὕπνῳ μου τὴν ἀρχήν, Γαβριήλ, τάχει φερόμενος προσήγγισέ μοι ἐν ὥρᾳ θυσίας ἑσπερινῆς


Come potete notare, nel versetto 9:21 tratto dal libro di Daniele, compare esattamente il lemma greco Γαβριὴλ (Gabriēl). Tale lemma traduce la parola ebraica גַּבְרִיאֵ֡ל (gaḇ-rî-’êl) che è la concordanza 1403, del vecchio testamento (identica numerazione del nuovo, giusto per avere un ulteriore conferma che si tratta del medesimo significato), che traduce in italiano (facciamolo dire ad uno dei più autorevoli dizionari di ebraico biblico):


Brown-Driver-Briggs
Word גַּבְרִיאֵל from geber and 'el; man of God; Gabriel, an archangel -- Garbriel, proper name, masculine (man of El) an arch-angel Daniel 8:16; Daniel 9:21(compare Luke 1:19).


Come è possibile leggere tra parentesi: uomo di El. Senza entrare qui nell'immane dibattito di cosa significhi El, Elhoim, ecc, teniamo buono la tradizione plurimillenaria che traduce El con dio. Quindi Gabriel vorrebbe dire uomo di dio (in senso propriamente maschile, cioè è un uomo maschio). Ciò già ci fa capire che non siamo di fronte ad un nome proprio, ma ad una funzione, a un soggetto che lavora per dio, di sesso maschile, al quale la traduzione, e la tradizione, ha affibbiato valenza di nome proprio. Quindi sembra che ci troviamo in presenza di un funzionario di dio, oggi noi parleremmo, molto probabilmente, di un ambasciatore, un segretario, un alto prelato.
Compreso questo fatto importante, il prossimo passo è capire se questo personaggio, di cui nel vangelo di Luca si dice essere un angelo, è davvero la rappresentazione mentale degli angeli che oggi noi abbiamo: entità eteree, metafisiche, spirituali; oppure è un essere in carne e ossa, quindi con fisicità e conseguente possibilità di poter indurre sensazioni fisiche al proprio interlocutore (che ricordiamo è una donna, cioè Maria). Per fare ciò dobbiamo anche qui indagare se la funzione di gabriel è, inanzi tutto, un qualcosa di metafisico o fisico. Poi, una volta determinato questo, dobbiamo indagare il termine angelo.
Per quanto concerne il termine gabriel, ci viene in aiuto lo stesso versetto, del vecchio testamento, riportato sopra. Infatti se lo si legge nella lingua originale (in ebraico), il testo del versetto 9:21 del libro di Daniele, riporta questo:


Daniele 9:21 versetto in ebraico tratto dal Codice Masoretico:
וְעֹ֛וד אֲנִ֥י מְדַבֵּ֖ר בַּתְּפִלָּ֑ה וְהָאִ֣ישׁ גַּבְרִיאֵ֡ל אֲשֶׁר֩ רָאִ֨יתִי בֶחָזֹ֤ון בַּתְּחִלָּה֙ מֻעָ֣ף בִּיעָ֔ף נֹגֵ֣עַ אֵלַ֔י כְּעֵ֖ת מִנְחַת־עָֽרֶב׃


Daniele 9:21 versetto in italiano tratto dalla TILC (Traduzione in Lingua Corrente):
21 In quello stesso momento l'angelo Gabriele che mi era apparso nella mia precedente visione, si accostò a me, volando rapidamente, nell'ora in cui si offre il sacrificio della sera.


I termini più significativi sono i seguenti:

  • וְהָאִ֣ישׁ> wə·hā·’îš
  • גַּבְרִיאֵ֡ל> gaḇ-rî-’êl
  • מֻעָ֣ף> mu-‘āp̄
  • בִּיעָ֔ף> bî-‘āp̄

Ovviamente si è provveduto a evidenziare i quattro lemmi nel testo ebraico per rendere più intellegibile il discorso. Prima di continuare, diciamo subito che qui c'è una delle più brutte mistificazioni teologiche derivanti da tarduzioni tendenziose! Il termine וְהָאִ֣ישׁ (wə·hā·’îš) viene reso in italiano con angelo, quando la parola ebraica utilizzata per indicare un "angelo" è מַלְאַ֣ךְ (malak) - di cui se ne parlerà più avanti in questo articolo. Quindi cosa significa וְהָאִ֣ישׁ (wə·hā·’îš)? Eccovi la traduzione del solito BDB:


Brown-Driver-Briggs
Word אִישׁ noun masculine man ( = vir) (MI, SI, Phoenician אש, perhaps also Sabean אסם compare Prätl.c, but DHMZMG 1883, 330)


Uomo! Non angelo Gabriele, ma uomo gabriel! Tant'è che anche le traduzioni delle più autorevoli bibbie internazionali (tipo la English Standard Version, la versione della Conferenza Episcopale Inglese) traducono così il versetto:


Daniele 9:21 versetto in inglese tratto dalla ESV:
21 while I was speaking in prayer, the man Gabriel, whom I had seen in the vision at the first, came to me in swift flight at the time of the evening sacrifice.


La stessa LXX utilizza il termine ἀρχήν (arkhḗn), cioè ruolo, funzione, lavoro, insomma termine che identifica la successiva parola gabriel non come nome proprio, ma come mansione. Tutto questo conferma ulteriormente che il termine ebraico gaḇ-rî-’êl è una funzione e non un nome proprio di persona e, inoltre, denota ulteriormente come le traduzioni italiane siano veramente fatte per rendere i lettori persuasi dei concetti veicolati dalla chiesa di Roma.
Come si è potuto abbondantemente dimostrare, il termine gaḇ-rî-’êl rappresenta una funzione, e non un nome proprio. Ora dobbiamo indagare gli altri due termini che normalmente vengono tradotti cosi: "volando rapidamente". Ovviamente questa interpretazione del testo, unita all'altra traduzione di angelo e Gabriele come nome proprio, produce nella mente del lettore il concetto che ci troviamo di fronte ad un essere etereo, in grado di apparire e scomparire velocemente. Ma i due termini voglio dire proprio volando e rapidamente?. Affidiamoci sempre al nostro vocabolario di ebraico biblico per capire il loro significato.:


Brown-Driver-Briggs
I. [יָעֵף] verb be weary, faint (Arabic run and shew weariness)


Brown-Driver-Briggs
Word יְעָף noun [masculine] weariness, faintness (Aramaism, according to LagBN 175)


I due termini vorrebbero dire: essere stanco di stanchezza. E lo stesso BDB (il vocabolario fin qui utilizzato per queste traduzioni) traduce il passo di Daniele così:


Brown-Driver-Briggs
Word מֻעָף בִּיעָף weary with weariness, utterly weary Daniel 9:21 (from winged flight, said of Gabriel).


Cioè completamente stanco. Quindi questo personaggio, uomo e che ricopre il ruolo di gaḇ-rî-’êl, si accosta al profeta Daniele completamente stanco e non volando rapidamente. A questo punto è chiaro che il soggetto investito del grado di gaḇ-rî-’êl, nel vecchio testamento, si stanca e solo chi è legato alle leggi della nostra fisica può stancarsi. Nessun essere metafisico, trascendente e etereo, quindi fuori dalle leggi fisiche che noi conosciamo, può provare stanchezza spostandosi nello spazio. Indagato che il personaggio che si è presentato a Maria ricopre il ruolo di uomo di dio, e che nel vecchio testamento questo ruolo è ricoperto, nelle uniche due ricorrenze presenti in tutto il V.T., da uno soggetto che si stanca, dobbiamo ora comprendere cosa voglia dire la parola angelo, perché un ruolo ricoperto può essere affidato anche a un essere metafisico, puro, casto, trascendente e etereo.
La parola greca ἄγγελος (angelos) è la concordanza numero 32 del nuovo testamento e viene tradotta sempre angelo. La domanda, così come posto per il termine gabriel, è se questa concordanza si trova anche nel vecchio testamento; prendiamo di conseguenza la LXX, che è il vecchio testamento tradotto in greco, e in Giudici 6:21 troviamo:


Giudici 6:21 versetto in greco tratto dalla LXX:
21 καὶ ἐξέτεινεν ὁ ἄγγελος Κυρίου τὸ ἄκρον τῆς ῥάβδου τῆς ἐν χειρὶ αὐτοῦ καὶ ἥψατο τῶν κρεῶν καὶ τῶν ἀξύμων, καὶ ἀνέβη πῦρ ἐκ τῆς πέτρας καὶ κατέφαγεν τὰ κρέα καὶ τοὺς ἀζύμους· καὶ ὁ ἄγγελος Κυρίου ἐπορεύθη ἀπὸ ὀφθαλμῶν αὐτοῦ.


Ecco comparire la parola ἄγγελος (angelos) che, come per il termine gabriel, anche qui mantiene la stessa concordanza del lemma greco del nuovo testamento: ἄγγελος (angelos) concordanza numero 32. Quindi, sia la LXX, che il nuovo testamento, usano angelos per indicare la stessa figura, la stessa persona, la stessa essenza. A questo punto è indispensabile comprendere che angelos, nella LXX, traduce il lemma ebraico מַלְאַ֣ךְ (mal·’aḵ) - già incontrato sopra. Ora qui si apre uno dei dibattiti più accesi che ci siano nella storia dell'esegesi. Insieme al termine El, che noi abbiamo deciso di tradurre come la tradizione plurimillenaria ha sempre tradotto, dio, malak è uno di quelle parole la cui tradizione fa incetta e decide di tradurre sempre con Angelo, ma vuol dire veramente angelo? Il nostro buon BDB, il vocabolario di ebraico biblico fin qui utilizzato, non ha molti dubbi:


Brown-Driver-Briggs
Word מַלְאָךְ noun masculine messenger


Messaggero. Un semplice messaggero. E che sia una persona fisica, anche qui, è lo stesso versetto a dircelo. Come sempre basta accedere alle fonti prime dei testi, per comprendere cosa vi è scritto. Eccovi il versetto in ebraico:


Giudici 6:21 versetto in ebraico tratto dal Codice Masoretico:
וַיִּשְׁלַ֞ח מַלְאַ֣ךְ יְהוָ֗ה אֶת־קְצֵ֤ה הַמִּשְׁעֶ֙נֶת֙ אֲשֶׁ֣ר בְּיָדֹ֔ו וַיִּגַּ֥ע בַּבָּשָׂ֖ר וּבַמַּצֹּ֑ות וַתַּ֨עַל הָאֵ֜שׁ מִן־הַצּ֗וּר וַתֹּ֤אכַל אֶת־הַבָּשָׂר֙ וְאֶת־הַמַּצֹּ֔ות וּמַלְאַ֣ךְ יְהוָ֔ה הָלַ֖ךְ מֵעֵינָֽיו׃


Giudici 6:21 versetto in italiano tratto dalla TILC (Traduzione in Lingua Corrente):
21 Allora l'angelo del Signore tese il braccio e, con la punta del bastone che teneva in mano, toccò il pane e la carne. Dalla pietra sprigionò una fiamma, e il fuoco bruciò la carne e il pane non lievitato. Poi l'angelo del Signore scomparve.


I termini che sono importanti per capire la valenza fisica o metafisica di questo מַלְאַ֣ךְ (malak), sono:

  • הָלַ֖ךְ (hā-laḵ),
  • מֵעֵינָֽיו׃ (mê-‘ê-nāw.)

e come sempre ci facciamo dire cosa significhino dal BDB:


Brown-Driver-Briggs
Word הָלַךְ verb go, come, walk (MI ואהלך, לך; SI וילכו; Late Hebrew הִלֵּךְ (rare), Aramaic הֲלַךְ, הַךְ (also Biblical Aramaic), oftener הַלֵּיךְ Pa`el, , Palmyrene Ithpe`el אתילכא VogNo. 15, 1. 4; Assyrian alâku Dlw; also Arabic perish)


Brown-Driver-Briggs
Word עֹוֵן Kt 1 Samuel 18:9 see עין.
Word עִוְעִים see below I. עוה.
I. עַ֫יִן noun feminineGenesis 3:7 and (Zechariah 3:9; 4:10 AlbrZAW xvi (1896), 75) masculine eye (ancient Semitic word; √ and relation to II. ׳עunknown; Late Hebrew id.; Phoenician ען; ᵑ7 עֵינָא, עַיְינָא Palmyrene עינא Zinjirli suffix עיני, עינך Syriac ; Assyrian ênu, enu, Tel Amarna suffix inaya and (apparently Canaanite gloss —inaya; Arabic ; Ethiopic)


Il BDB non lascia spazio a dubbi sul termine הָלַ֖ךְ (hā-laḵ): andare, venire, camminare. Mentre sul termine מֵעֵינָֽיו (mê-‘ê-nāw.), dopo varie premesse, lo fa risalire al significato di occhi, per estensione vista. Quindi, si potrebbero tradurre: camminò via dalla vista. Va tuttavia sottolineato che, qui, nessuna traduzione oggi presente utilizza assieme queste due valenze. Per comprendere come gli esegeti girino i significati, di seguito trovate lo stesso versetto così come riportato in alcune delle maggiori bibbie inglesi utilizzate per lo studio:


Giudici 6:21 versetto in inglese tratto dalla English Standard Version
Then the angel of the LORD reached out the tip of the staff that was in his hand and touched the meat and the unleavened cakes. And fire sprang up from the rock and consumed the meat and the unleavened cakes. And the angel of the LORD vanished from his sight.


Giudici 6:21 versetto in inglese tratto dalla Contemporary English Version
The angel was holding a walking stick, and he touched the meat and the bread with the end of the stick. Flames jumped from the rock and burned up the meat and the bread. When Gideon looked, the angel was gone.


Giudici 6:21 versetto in inglese tratto dalla Young's Literal Translation
And the messenger of Jehovah putteth forth the end of the staff which is in His hand, and cometh against the flesh, and against the unleavened things, and the fire goeth up out of the rock and consumeth the flesh and the unleavened things -- and the messenger of Jehovah hath gone from his eyes.


Come è possibile notare, dalle tre traduzioni sopra riportate, quei due termini vengono tradotti più o meno in modo corretto, ma sempre con valenza di cercare di fornire un'idea di sparire, scomparire, adesso esserci e in pochissimi istanti non più. Le tre traduzioni aiutano a confermare la nostra interpretazione, in quanto rendono palese che chi traduce, qui, si trova di fronte al problema di dover giustificare con le parole l'idea di angelo, che la tradizione cristiana bimillenaria ha trasmesso. 
Quindi i lemmi si riferiscono ad azioni fisiche concrete, niente di trascendete o metafisico come la traduzione "scomparire" può indurre nella mente del lettore. Il malak se ne andò via fisicamente, con una presenza reale e un allontanamento altrettanto concreto. Quindi anche il termine angelos, usato nel vangelo di Luca e mutuato dalla LXX, così come gabriel, si riferisce a qualcuno di fisico, concreto, reale, tangibile e non etereo, metafisico e trascendente.
L'indagine fine qui condotta, ci porta a comprendere che davanti a Maria si è presentato un individuo maschio in carne e ossa e, tra le altre cose, con una funzione particolare: quella di essere uomo di dio. Un po' come se oggi si presentasse un ambasciatore, un alto prelato, comunque un uomo che ricopre l'incarico in nome e per conto di qualcuno molto importante con lo scopo di fornirci un messaggio.
A questo punto viene molto più facile scoprire il vero significato del lemma greco che da il titolo a questo articolo: κεχαριτωμένη (kecharitōmenē). Questa parola è il participio perfetto passivo femminile del verbo χαριτόω (charitóō) che, con l'aiuto di un buon vocabolario biblico, possiede i seguenti significati:


Thayer's Greek Lexicon
STRONGS NT 5487: χαριτόω
χαριτόω, χαρίτω: 1 aorist ἐχαριτωσα; perfect passive participle κεχαριτωμένος; (χάρις);
1. to make graceful i. e. charming, lovely, agreeable: passive, Sir. 18:17; ταῖςδιαλοξοις στροφαῖς χαριτουμενος ὀφρυν, Libanius, vol. iv., p. 1071, 14.
2. to pursue with grace, compass with favor; to honor with blessings: τινα, Ephesians 1:6; passive, Luke 1:28 (some would take it in these two examples subjectively (R. V. marginal reading endued frith grace)); Psalm 18:26 Symm.; (Hermas, sim. 9, 24, 3 [ET]; Test xii. Patr. test. Joseph. 1); ecclesiastical and Byzantine writings.


E' incredibile come la primaria traduzione è: per rendere grazioso. Se coniughiamo questo verbo al tempo utilizzato, risulterebbe: essersi resa graziosa. E se inserite questo significato nel discorso finora studiato, verrebbe più che naturale vedere Maria rendersi carina di fronte a un uomo di alto rango, che le fa visita. Non capita anche a voi di rendervi presentabili e attraenti quando ricevete in visita qualcuno di veramente importante? 
Il punto è che tale traduzione mina alle fondamenta i dogmi che in due mila anni si sono inventati i cristiani. Per questo se cercherete in rete, o da qualsiasi altra parte, il significato di κεχαριτωμένη (kecharitōmenē) troverete una serie di articoli che invertono l'ordine dei significati esposti sopra, portando in prima battuta favorita, benedetta, ecc e (se l'articolo è onesto) solo dopo graziosa, amorevole, aggraziata. Questo ovviamente è palesemente apologetico di un pensiero teologico preciso. Tuttavia è sufficiente comprendere chi ha fatto visita a Maria per contestualizzare meglio il verbo χαριτόω (charitóō) e il suo significato nella forma verbale utilizzata in questo passo. Inoltre tale interpretazione non è nuova nelle pagine del nuovo testamento, basta leggere la prima lettera ai corinzi di Paolo:


1 Cor 11:10 versetto in italiano tratto dalla TILC:
10 Per tutte queste ragioni e anche a motivo degli angeli, la donna deve portare sul capo un segno di autorità


Il versetto è estratto dall'arringa che Paolo sta facendo alla comunità di Corinto in merito alla necessità, da parte delle donne, di tenere i capelli lunghi e il velo nelle assemblee. In questo versetto Paolo è chiaro: oltre a tutto quanto ha detto prima, la donna deve coprirsi il capo anche a "motivo", a causa dei famosi "angeli"! Ora noi sappiamo perché lo deve dire! Gli angeli non sono entità eteree, metafisiche, trascendenti e immateriali, ma sono soggetti in carne e ossa, quindi seducibili da donne graziose e con i capelli lunghi! Uomini che si possono eccitare e... forse Maria e sua cugina Elisabetta, entrambe visitate da questo messaggero uomo di dio, potrebbero fornirci più precisi dettagli sulle preferenze di questi particolari individui. 
Ovvio che questa interpretazione apre le porte al più grande degli interrogativi: allora Gesù è figlio di sto uomo? Ad ognuno di voi la risposta. A noi interessava evidenziare che il famoso lemma κεχαριτωμένη (kecharitōmenē) forse non vuole dire propriamente "piena di grazia", ma qualcosa di più comune, meno spirituale, ma molto normale nel comportamento femminile, quando la situazione trova una sorta di gradimento nella psiche della donna. Ovviamente non aspettatevi che qualcuno dei ranghi religiosi vi confermi tale lettura, vorrebbe ammettere di aver portato avanti una religione in cui la madre del fondatore potrebbe aver tradito il marito, e il presunto figlio di dio altro non è che un plausibile figlio di un personaggio di alto rango religioso dell'epoca, rendendo la storia un po' da riscrivere! Insomma, ammettere vorrebbe dire sputare nel piatto dove mangiano....